L’eremitismo è una forma di monachesimo che prevede vita ascetica e contemplativa in luoghi isolati. Diffuso in origine tra il V e il VI secolo d. C., in Occidente conobbe un nuovo periodo di splendore tra l’anno Mille ed il Duecento. Descrivere in maniera completa le sue varie correnti è senz’altro impresa ardua, nonostante l’esistenza di tratti comuni e ricorrenti quali la ricerca quasi spasmodica di un’assoluta povertà, talvolta persino della sofferenza. Nella sua profonda solitudine, l’eremita tenta di avvicinarsi al Divino combattendo costantemente contro i dolori del corpo e i tormenti dell’animo.
Da sempre, la quiete e la possibilità di isolarsi dal mondo esterno hanno reso alcune aree particolarmente adatte per questo cammino verso la perfezione spirituale. Un legame inscindibile tra territorio e presenza monastica che nella vallata del Salinello è ancora oggi testimoniato dalle oltre quaranta grotte, non tutte ancora esplorate appieno, scelte dagli eremiti come rifugio. L’itinerario qui proposto tocca soltanto le più note, quelle cioè il cui accertato utilizzo cultuale travalica l’insediamento eremitico di matrice cristiana per perdersi nelle radici più lontane della nostra civiltà.
Un lembo di terra che dal mare risale per le colline disegnando strette valli. Sono le Gole del Salinello, sito naturalistico tra i più interessanti dell’Appennino creato dall’interminabile scorrere dell’acqua che, attraverso i secoli, ne ha modellato le forme. Qui, tra le cime dei due Monti Gemelli, le meraviglie della natura si uniscono al richiamo costante di antiche e leggendarie memorie poetiche: dalle storie di Plinio che celebrò il Salinello nella sua Historia Naturalis, ai racconti del Boccaccio che parlò del Castellano come il Viridis fluvis, il “fiume verde” dove, secondo il sommo Dante, sarebbe stato sepolto il Re Manfredi.
Con questo itinerario si andrà alla scoperta dei tanti luoghi che ancora oggi raccontano i misteri ed il fascino di questa lunga storia.Visitati gli eremi e le grotte delle valli del Salinello si sale fino ai ruderi isolati di Castel Manfrino, per abbandonarsi, infine, alla quiete e al silenzio degli eremi nascosti tra i Monti della Laga.
L’itinerario prevede, oltre alle parti in auto, escursioni a piedi abbastanza lunghe ed impegnative e si raccomanda un’adeguata preparazione; inoltre si consiglia di contattare il servizio di guide del CAI che potranno occuparsi del viaggio di ritorno.
E’ preferibile iniziare il percorso con la visita alla
Riserva Naturale delle Gole del Salinello nel comune di
Civitella del Tronto. Percorriamo la S.S. 81 Teramo-Ascoli, e svoltiamo per
Ripe e, superata la chiesa del paese dedicata a San Pietro, giungiamo in un piazzale dove è possibile parcheggiare l’auto. Il
Centro Visite del Parco offre i servizi necessari per la visita guidata. Si potrà scegliere tra un’ampia gamma di escursioni, tra cui la possibilità di raggiungere
Castel Manfrino seguendo il tracciato della via romana Cecilia Metella, che la leggenda vuole fosse stata percorsa da Annibale sulla strada verso Roma.
Sia che si decida di affrontare l’itinerario da trekking, sia che si decida di fare quello in auto, arrivati a Ripe di Civitella è necessario parcheggiare l’auto nell’ampio piazzale per poi proseguire a piedi per circa 45 minuti, seguendo le indicazioni del sentiero per la
Grotta di Sant’Angelo.
Merita una visita anche la
Grotta di Salomone, situata sotto l’Eremo.
Si lascia la Grotta di Sant’Angelo per tornare sul sentiero. Dopo circa 10 minuti di cammino, si scorge, in alto sulla destra, una piccola cavità che si apre alla base di una parete: è l’
Eremo di S. Maria Scalena.
Nascosto tra la fitta boscaglia, proprio sulla parete opposta a qulla dell'eremo di Santa Maria Scalena, si trova la
Grotta di San Marco.
Proseguendo sul sentiero per altri 20 minuti si giunge in un'ampia radura. Qui si prende la traccia di un sentiero che inizia in corrispondenza di una valletta sassosa. Dopo alcune centinaia di metri si devia a sinistra inoltrandosi nel bosco. Il sentiero diventa più evidente e porta in breve a dei pinnacoli rocciosi, detti le “Torri di S. Francesco”, dai quali è possibile scorgere, poco più in basso, la grotta-eremo di
S. Francesco alle Scalelle.
A questo punto il sentiero va percorso a piedi per oltre 4 ore, risalendo le gole del Salinello fino alla sorgente. Si tratta di un impegnativo percorso escursionistico attraverso le meraviglie naturali di quest’angolo di
wilderness dell’entroterra teramano. Le indicazioni sentieristiche che s’incontrano conducono ai leggendari ruderi di
Castel Manfrino, nei pressi di
Macchia da Sole.
Restando sempre nei pressi di Macchia del Sole, poco distante da un piccolo gruppo di case leggermente scostate dal centro dell’abitato, proprio sul lato opposto di quello che era un ruscello sono ancora visibili i resti dell'eremo di
San Benedetto alle Cannavine.
Qui si conclude l’itinerario da trekking che non può proseguire a piedi sino agli eremi del comprensorio di S. Vito. Consigliamo quindi di tornare a Ripe di Civitella accompagnati dal servizio guide o, in alternativa, attraverso i sentieri già percorsi; ipotesi, questa, comunque sconsigliata per la lunghezza e la difficoltà del percorso in discesa.
Dopo aver visitato la riserva naturale delle Gole del Salinello si procede sulla S.P. 53 in direzione San Giacomo. Lungo il percorso si attraversa “le Casermette”, bosco di conifere con la presenza di rimboschimenti di sequoie, alcune delle quali imponenti. Si raggiunge, quindi, la località sciistica di
San Giacomo da dove si prosegue per
San Vito di
Valle Castellana.
Si riprende a viaggiare sulla S.P. 69 per
Macchia Da Sole, da percorrere possibilmente con fuoristrada. Lungo la via incontriamo i sentieri che salgono fino agli eremi di
Sant’Angelo in Volturino e di
Santa Maria Maddalena (percorsi estremamente difficoltosi, da fare solo con guida). In alternativa, da San Vito si consiglia di raggiungere la S.P. 49 e risalire per Valle Castellana. La vallata si caratterizza per la presenza di numerosi nuclei abitati dai toponimi di origine prediale, al cui sviluppo contribuì la colonizzazione monastica a partire dal X secolo. Lungo il tragitto incontriamo sulla destra il lago artificiale di Talvacchia, mentre sulla sinistra diverse stradine conducono a borghi per lo più abbandonati che dominano dall’alto la vallata:
Settecerri,
Collegrato,
Laturo,
Valle Pezzata.
Raggiunta Valle Castellana si prosegue verso Macchia da Sole. Sul percorso meritano una visita i borghi di
Vallenquina, con il
castello Bonifaci di imitazione gotico-moderna, e quello ottocentesco di
Leofara che conserva elementi architettonici risalenti al XVI secolo (gafii e casa-torre) e la chiesetta di
San Pietro in prossimità di
Piano Maggiore. Si procede, quindi, sulla S.P. 65 per Macchia da Sole. Seguendo il sentiero si risale la piccola cresta a cui si è giunti e ci si trova dinanzi l’eremo di
S. Angelo in Volturnino, il luogo di culto rupestre più noto dei Monti della Laga.
Per tracce di sentiero si scende il ripido pendio che termina nella radura antistante la grotta-eremo di
S. Maria Maddalena.
Lasciato Macchia da Sole in direzione ovest, si percorre la SP52 sulla quale proseguire per circa 15km fino ad incrociare la SS81 in località
Rocca Ischiano. Dalla Statale sarà semplice tornare a Civitella del Tronto.